Giuseppe Battiston e Piero Sidoti
Battiston, nella sua eleganza, sembra materializzarsi direttamente da uno dei sui film (vanta la recitazione in più di quaranta lavori cinematografici ed in numerose fiction TV di successo, oltre a numerosi impegni teatrali). Sembra disteso , il fumo del toscano che ha appena acceso fa da cornice alle nostre parole.
Piero Sidoti , musicista e cantante, sembra uno chansonnier d’altri tempi. Ha pubblicato il suo primo disco nel 2010, dopo aver vinto il Premio Recanati ed il premio De Andre’. Lucio Dalla, gli aveva messo a disposizione la sua sala di incisione e stava per intraprendere un progetto col “poeta cantante”, poi…..
Siamo fuori dal Teatro del Mare, a Riccione, tra poco andrà in scena lo spettacolo scritto proprio da Sidoti “Gente in Attesa”. L’amico Battiston è un po’ la guest star di questo lavoro.
Iniziamo con le nostre domande. Ne viene fuori una breve intervista a “quattro mani” ricca di spunti e riflessioni importanti e non banali. Come non banali sono i due artisti che abbiamo di fronte.
Perché il diritto all’equo compenso da alcuni viene chiamato tassa? Perché non sono chiamate “tasse” i compensi di medici, ingegneri, avvocati, meccanici, idraulici?
La domanda piace molto a Sidoti che sorride e dice: Il Diritto d’Autore, credo di non dire nulla di nuovo, spesso è l’unico sostentamento dell’artista. Mi sembra superfluo affermare che io sia più che a favore. Il problema, forse, è che nell’organizzazione di un piccolo evento, il classico concertino organizzato nel baretto di provincia, ad esempio, a tutti i costi cui l’esercente deve far fronte, si aggiunge anche la “spesa” del Diritto d’Autore, che in questo calderone, viene appunto percepita come una tassa. In realtà la compilazione di un “borderò” è sempre necessaria ed indispensabile. Battiston aggiunge: E’ la mentalità della gente che deve cambiare, ma deve essere snellita anche la burocrazia che gravita intorno al Diritto d’Autore. Adesso pare cha anche a livello governativo si stia parlando di un’opera di sensibilizzazione verso la cultura in genere: stiamo a vedere.
L’attuale legge sul Diritto d’Autore, secondo Lei, garantisce un giusto riconoscimento agli Autori ed alle loro opere?
Risponde Battiston: Prima del lavoro andrebbero tutelate le persone. Ad esempio, se non c’è una forma di tutela del mestiere dell’attore e questo può essere fatto anche dal fornaio che partecipa al Grande Fratello e poi va in giro per i teatri, allora non stiamo parlando di niente. Per la musica c’è un discorso, ma credo che ci siano dei “distinguo” per quanto riguarda la letteratura. Per la musica forse la problematica è più urgente, ma per la letteratura il discorso dovrebbe essere ricondotto più sul discorso del plagio, la tutela è una conseguenza.
Il Diritto d’Autore (che in Europa ha un contorno ben definito sia dal punto di vista legale, che da quello dell’utilizzo da parte di terzi) in Italia è continuo oggetto di strumentalizzazioni, da parte di varie associazioni e raggruppamenti politici. Perché, secondo lei, non si riesce ad identificare in maniera corretta il valore e l’importanza di tale inalienabile Diritto?
Questo sembra essere un argomento particolarmente caro a Giuseppe Battiston e, dalla sua risposta, emerge prepotentemente la purezza dell’artista “vero”: Bisogna sempre fare distinzione (e questo è un terreno molto complesso) tra quella che è la difesa del Diritto d’Autore e quella che è la difesa degli introiti che il Diritto d’Autore comporta: c’è una sottile, ma profonda differenza. Siccome in Italia ci si solleva sempre quando ti toccano la poltrona o il portafoglio e un po' meno quando ti toccano il cuore, allora io preferisco restare nel merito della creazione pura. Personalmente, non mi preoccupa vedere una mia opera rappresentata da altri, quanto, e ribadisco il concetto espresso in precedenza, che questa venga plagiata. Ogni opera è un arricchimento per l’umanità. Se leggo un libro e da questo posso trarre uno spunto per farne un film, questa è una cosa bellissima: è, appunto, una ricchezza. Tuttavia se l’autore ha espresso chiaramente la sua volontà del non utilizzo del testo da parte di terzi per nessuno scopo o motivo, posso condividere o meno, ma devo rispettare chi ha la paternità dell’opera.