On.le Riccardo Nencini

14.05.2014 17:11

Riccardo Nencini è segretario Nazionale del Partito Socialista Italiano dal 2008 ed Assessore al Bilancio ed ai Rapporti Istituzionali della Toscana dal 16 aprile 2010 al 2013. In precedenza, è stato deputato per la XI Legislatura, europarlamentare per la IV Legislatura e Presidente del Consiglio Regionale della Toscana dal 2000 al 2010. Dal 19 marzo 2013 è senatore e vice capogruppo vicario del gruppo Per le Autonomie - Partito Socialista Italiano facente parte della maggioranza di centrosinistra riunendo in sé SVP-UV-PATT-UpT-PSI. Dal 28 febbraio 2014 è viceministro dei Trasporti nel Governo Renzi. Lo incontriamo a Riccione in occasione del  convegno “Infrastrutture, viabilità e turismo”.  Il suo intervento è appena finito  ed è in ritardo per l’aereo che lo attende a Rimini. Pur nella confusione del momento, nella ressa di amici di partito e giornalisti che cercano di parlare con lui, l’onorevole ci concede, con gentilezza, il tempo per un paio di domande.

 L’attuale legge sul Diritto d’Autore, secondo Lei, garantisce un giusto riconoscimento agli Autori ed alle loro opere?

Vede, io scrivo libri e quindi ho a che fare col Diritto d’Autore, però, lo dico per correttezza, non sono un tuttologo e benché mi sembri una legge ben articolata, non mi sento di dare una valutazione serena ed obiettiva.

La cultura è uno dei capisaldi dell’economia italiana, eppure si parla di questo solo marginalmente, nei vari programmi politici. Come mai non si pensa a dare una maggiore profondità ad una risorsa così importante?

Sto riesumando una vecchia norma del 1949:  quella del due per cento. Mi spiego: è una legge legata alle gare d’appalto per lavori pubblici ed infrastrutturali e prevede che il due per cento dei fondi previsti per l’espletamento dei lavori, sia destinato alla cultura. È una norma quasi interamente disattesa dal 1949 necessaria soprattutto per lanciare, io penso, giovani artisti. Presto valuteremo la cosa in sede ministeriale e sarà sicuramente un valido aiuto per gli artisti emergenti che, fino ad oggi, non hanno nessuna risorsa su cui puntare se non il proprio valore.


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